Non è più se vedere il paesaggio
ma perderne il controllo immedicabilmente.
Campagna romana. Verso ed inverso la Cristoforo Colombo
Rischiarano da terra
le opache orchidee
del crepuscolo estivo:
bruni e sono quieti
i profili delle lavatrici
addossate ai moreti.
I magri abbagli
delle vetrate lucenti
m’istigano a varcare il fitto
stellato dei papaveri.
E lo faccio senza farlo
come chi va
pur standoci già. Tutto tace fin quando è rosso:
al verde segue un rombo
che muove e nuda l’aria …
… e la mentuccia dello spartitraffico
si gonfia come può un fiume
tenuto in piedi dagli acquazzoni.
Fondano. Veduta sui monti Aurunci
Alla finestra del monte
dove il sughereto
maschera l’ammasso
asciutto delle rocce
c’è un azzurrognolo
che scrivere non so bene
ma che è scia
di quello che può
lo scavo d’un fiume
che nasce alla terra
dandole la schiena.
Alle pareti del monte
il puntinato viola dei susini
rende incorporeo il grembo
argentato delle fave.
Stazioni di Priverno-Fossanova, Sezze Romano, Cisterna di Latina, Monte San Biagio ed altre lungo i binari che da quella di Roma Termini portano a quella di Fondi-Sperlonga
Sbianca le recinzioni di ferro
delle cabine elettriche
l’odore di selvaggina
che il tepore del giorno annida
nel fresco fegato dell’alba.
Nei parcheggi gli alberi
sono giovani pochi
schierati come candele
in faccia alla nebbia:
i cofani delle auto
arroventati dal mattinale
emanano per largo
arcobaleni di metallo
a spina di pesce.
Fra le campagne vibra
intanto
goffo
goffissimo
un ciclone di riflessi.
Paesini della Gallura. Arrivi
Esce da uno scandalo
di bianca petraia
l’armento di case
che annuncia il paese
con sollievo quasi di morte.
Il sole fa del viaggio
un futuro di speranze:
è il mese, luglio
in cui l’irreale sembra
un costume d’umore:
violento è il sogno
che si ha di un bagno.
Da un rovo di sterpi
spunta il primo marciapiede:
siamo al paese
e tutto diventa casa.
Lungomare. Primi estivi
La battigia puntinata di meduse
odora di mele e finocchio:
fitta d’api l’aria ricorda
lo scarabocchio che la roccia
sulle coste, scorticandole, traccia.
Il lungomare ghigliottinato dalle auto
rovescia scintille sugli empori:
la luce dei fari, che ogni struscio avvera
guadagna, umida, la sera.
******* Iniziato nel Maggio del 2008.
Finito nel Novembre del 2009.
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